
|  Questo periodo fu caratterizzato
	            dall'ingombrante presenza del Comandate Achille Lauro.
	            Il suo slogan fu "un grande Napoli per una grande Napoli"
	            ma non riuscì né nell'una che nell'altra opera.
	            Infatti, a prescindere da quanto fece per la città, il
	            Napoli squadra ebbe come migliori risultati il 4° posto del 1953 e del 1958, mentre i peggiori campionati
	            furono il 1956 con un 14° posto ed il 1957 con un 12° posto. Gestì la Società
	            come un feudo personale: Alfonso Cuomo, suo fido esecutore,
	            fu nominato a volte presidente, a volte vice presidente, ed anche
  "liquidatore". Segretario fu Paolo Uccello assistito
	            da Enrico Zuppardi (dell'omonima "Galleria" al
	            Vomero ora "Galleria Scarlatti"); allenatori furono
	            Monzeglio ed Amadei (nella
	              foto) con la brevissima parentesi di Annibale Frassi.
	            La composizione della squadra veniva decisa dal solo Lauro ispirandosi al principio di acquistare sempre un "nome"
	            per fruttare abbonamenti, indipendentemente dalla coerenza tecnico-tattica
	            e caratteriale con gli altri dieci giocatori. Tra gli esempi clamorosi
	            degli "affari" conclusi si possono segnalare Brugola, acquistato per 60 milioni e rivenduto per 600.000
	            lire, Jeppson, acquistato per 105 milioni e rivenduto al
	            Torino come scarto. Ma il massimo fu raggiunto nel 1961 quando
              s'incassarono 40 milioni a fronte dei 550 milioni spesi. | 
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   Ritorno in serie A con progetti molto ambizioni.
	              Arrivano Casari (vedi
	                foto), Remondini, Bacchetti ed Amadei (già centravanti della nazionale). Si ottiene il 6°
                    posto con 41 punti (torneo a 20 squadre). Dal 7/7/1951
	              Presidente diventa Cuomo (dal 3 marzo al 6 luglio reggente
	              insieme a Scuotto) a seguito della morte di Musollino.
	              La formazione comprende i terzini Delfrati e Soldani, Remondini stopper, Tedeschini e Gramaglia mediani; Formentin e Bacchetti interni, Kriezu e Astorri ali, Amadei centravanti e Casari in porta, acquistato dall'Atalanta. Capocannonieri sono Amadei e Kriezu (nella foto) con 11 reti ciascuno. | 
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 Vanno via Remondini, Soldani, Vultaggio, Di Costanzo, Dagianti, Gaggiotti, e Suprina ed arrivano l'ungherese Vinyei (nella foto a sinistra), il giovane Comaschi (vedi foto), Dionisio Arce, Stefan Mike e Manlio Scopigno (futuro allenatore del Cagliari campione d'Italia). Lauro diviene Presidente onorario e poi dal 29/4/1952 presidente effettivo. La squadra si classifica al 6° posto con 42 punti e capocannoniere è Astorri (detto " 'o sceriffo " per via delle gambe arcuate) con 13 reti, seguito da Amadei con 12. | 
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 Campagna acquisti clamorosa. Acquistato Jeppson per 105 milioni! Arrivano anche le due ali Vitali (foto a destra)e Pesaola (vedi foto 1, foto 2). Ma la squadra, con quest'attacco,
                pur segnando 53 reti ne subisce ben 43 e riesce a raggiungere
                soltanto il 4° posto (l'Inter di Foni, vincitrice del
                campionato, segna 46 gol ma ne subisce soltanto 24). Jeppson e Vitali realizzano 14 gol ciascuno.
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  Anno
	            meno positivo del precedente (anche se tra i pali arriva Bugatti - vedi foto 1, foto 2 1a destra
              - dalla Spal), con il 5° posto finale a 38 punti. Jeppson (nella
	              foto a sinistra) realizza ben 20 reti ma il Napoli con
	            le grandi, ad eccezione della gara interna con l'Inter, perde
	            praticamente tutti gli incontri. La tifoseria delusa si lascia
	            andare a gravi intemperanze in occasione della gara casalinga
	            con il Genoa: sul 2-1 per il Napoli, a 3' dalla fine, Corrente segna il gol del pareggio, probabilmente in fuorigioco, ma l'arbitro Righi convalida la rete. Per i tumulti che seguirono (cariche
	            della polizia, manganelli, ecc.) la gara fu sospesa ma, dopo un
	            po', l'arbitro accettò di riprendere il gioco ed alla prima
	            occasione concesse un rigore al Napoli che Amadei trasformò
          per il 3-2 finale. Ma, dal referto arbitrale, la partita risultò
          chiusa all'87' sul punteggio di 2-2 ed il giudice sportivo assegnerà
          lo 0-2 a tavolino per il Genoa. | 
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 Stessi punti dell'anno precedente (38) con il 6°
          posto finale davanti ad Juventus ed Inter. Questo è
          l'anno del declino di Jeppson che, anche per i diversi
	              infortuni subiti, non riesce più a dare il suo apporto
	              di gol alla squadra. Tra gli acquisti si distinguono Posio (vedi foto),
	              mediano dal Brescia e Tre Re dalla Roma acquistato anche
	              per la gratuita pubblicità filo-monarchica insita nel cognome.
	              Nelle dieci partite non giocate da Jeppson il ruolo di
              centravanti fu coperto da Masoni. | 
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  Parte Jeppson e arrivano Brugola (vedi foto a lato)
	              e Morin. Buon girone di andata e pessimo girone di ritorno,
	              complice la cattiva forma fisica di Vinicio. Sfiorata la
	              retrocessione con 32 punti, 12° posto a 3 punti
	              dalle squadre retrocesse. Due le soddisfazioni: 5-3 a Milano sul Milan che poi vincerà il titolo e 3-1 contro la Roma anch'essa in trasferta. | 
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  Migliore acquisto dell'anno si rivela Beniamino
	              Di Giacomo (nella foto a lato), ma anche Novelli all'ala non demeriterà. La migliore stagione laurina culmina
	              alla sesta giornata di campionato con il 1° posto ad 11 punti e 23 gol fatti. Ma le due sconfitte casalinghe
	              con Lazio e Fiorentina per 4-1 spengono gli entusiasmi e portano
	              il Napoli a fine campionato al 4° posto, con 40
	                punti e 65 gol fatti (Vinicio 21). Grandi soddisfazioni dalle
	              vittorie con la Juventus a Torino per 3-1 ed a Napoli per 4-3
	              nell'anno dello scudetto della prima stella. Nella partita di
	              Torino molti giocatori napoletani sono febbricitanti, e tra questi
	              uno strepitoso Bugatti; nella partita del Vomero, tanta è
          la folla sugli spalti, che straripa sulla pista. L'arbitro Concetto
          Lo Bello, d'accordo con le squadre, fa disputare ugualmente la
          partita senza che si verifichi alcun incidente. Quando sembra
          che l'incontro debba concludersi con un salomonico 3-3, Bertucco
          con un tiro forte e preciso nel sette, firma il trionfo napoletano.
          Il 1957 segna anche l'inizio del declino del comandante Lauro,
          sia come politico che come imprenditore. | 
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